E’inserito nel vecchio carcere conventuale, dove il pur dolcissimo Francesco, faceva rinchiudere i frati che non vivevano la regola o in dissonanza con la santa madre chiesa.
Vi aleggia ancora questa aura severa e mistica che dà ad ogni mensa l’importanza ed il conforto di una liturgia.
Si cena e si pranza su tovaglie di lino. I menu sono scritti a mano, e i piatti seguono le stagioni, la fantasia dello chef, la fragranza degli orti e dei prodotti del Convento:
pane cotto nel forno a legna, patè di olive, di capperi, confetture, salumi, l’olio extra vergine d’oliva frantoiato dai ragazzi con la vecchia mola di pietra.